venerdì 1 maggio 2020

STEP #12

L’OROLOGIO MECCANICO

Comparsi nel corso del XIII secolo, i primi orologi meccanici si trovano in breve tempo a sostituire varie forme di misura del tempo diffuse fin dall’antichità, basate su meridiane, clessidre ed orologi idraulici, già noti a greci e romani ma che hanno trovato nuova diffusione nei secoli medievali.
La grande novità sono appunto gli orologi meccanici, che possono essere considerati una novità solo fino a un certo punto; infatti il primo orologio di questo tipo era già comparso in Cina attorno al 725 d.C., circa cinquecento anni prima della sua comparsa in Europa ed inoltre alcuni testi spagnoli riferiscono nel 1277 di orologi molto simili diffusi da tempo anche tra i musulmani.
Come scrive Tiziana Suarez-Nani nel suo saggio Tempo ed essere nell’autunno del Medioevo:
“l’orologio meccanico inaugura un tempo nuovo, quello del giorno diviso in 24 segmenti di uguale durata – le ore moderne che rimpiazzano le ore canoniche – e promuove così un tempo quantitativo e matematico, a disposizione della regolamentazione e della pianificazione di coloro che ne detengono il controllo […]. 
La diffusione degli orologi meccanici all’inizio del XIV secolo costituisce un’innovazione gravida di conseguenze importantissime per l’evoluzione della percezione del tempo e della mentalità in generale, nonché per l’ulteriore sviluppo tecnico: ‘La machine-clé de l’age industriel moderne c’est l’horloge’.”


L’orologio meccanico trasforma le idee dell’uomo sul tempo, non più percepito come un intervallo tra eventi diversi, ma come un fluire continuo, indipendente da qualunque situazione e matematicamente misurabile. 
La tecnica allontana così l’uomo dalla natura, e l’orologio diventa uno dei simboli della visione meccanicistica dell’universo e della vita.


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